NUOVI FRUTTETI URBANI

Il riconoscimento del ruolo strategico degli alberi da frutto in città prevede, oltre alla mappatura del ricco patrimonio già esistente, anche la possibilità di incrementarne la presenza. Vogliamo realizzare nuovi frutteti che saranno dei giardini produttivi, delle collezioni botaniche di varietà antiche, dei luoghi di conoscenza e sperimentazione, ma soprattutto di aggregazione sociale. Molto importante è la definizione dei criteri da seguire per il recupero e la scelta delle varietà da piantare, nel rispetto dei principi generali del “Regolamento del Verde e del Paesaggio del Dipartimento Ambiente del Comune di Roma, ma anche sulla base dei più avanzati principi di restauro e delle ricerche avviate dalla ormai consolidata disciplina dell’archeologia arborea.

A differenza degli orti, i frutteti richiedono minore manutenzione, si adattano meglio al regime biologico e producono generosamente a fronte di un impianto ben eseguito, di una collocazione strategica e di una scelta consapevole della varietà. Inoltre i frutteti trascendono i limiti organizzativi dei giardini condivisi che inducono ad assegnare ai singoli gli orti urbani. Diversamente dagli antichi pomari e dai broli recintati, inaccessibili e appannaggio di un’elite ricca, questi possono configurarsi come veri spazi di condivisione.

Ma la loro hutilitas va oltre la semplice produzione. Saranno paradisi per l’estesi, dove osservare il ciclo delle stagioni scandito dalle vistose fasi fenologiche. Sarano orti botanici dove apprendere che Malus domestica è una specie ricchissima di centinaia di varietà, spodestate da quei dieci cloni industriali, anche biologici, che si trovano nei supermercati. Saranno spot di ricolonizzazione per l’entomofauna urbana, compresi i pronubi impollinatori esiliati dalle città. Nelle aree verdi abbandonate, nelle scuole, nei centri sociali, in nuove piazze, in centro e in periferia, i frutteti saranno il campo di sperimentazione per nuovi modelli di spazio pubblico. Saranno progettati e realizzati grazie a workshop aperti a tutti, organizzati insieme a studi di architettura del paesaggio e in collaborazione con enti, scuole e associazioni coinvolti di volta in volta in funzione delle esigenze e dei luoghi.

Riportare il frutteto negli interstizi, nel cuore e al limite della città vuol dire coniugare hutilitas e venustas, restituire alla città uno dei suoi spazi d’elezione, alla civitas una parte fondamentale della sua cultura e all’ecosistema antropico una consistente parte di biodiversità perduta.