LUOGO: Via del Casaletto, 400 Roma

CLIENTE: Casa Famiglia il Girotondo

SPONSOR:Associazione Luconlus

DATA: 20 – 25 marzo 2017

ORGANIZZAZIONE E COORDINAMENTO: Michela Pasquali e Cristina Sciarrone per Linaria, Gianni Celestini per Università La Sapienza.

BUDGET: € 1500

 La Casa Famiglia Il Girotondo si trova a Roma, nel quartiere Monterverde, in Via del Casaletto 400. Il Comune ha messo a disposizione del Centro un giardino di circa 800 metri quadrati che prima dell’intervento di Linaria versava in condizioni di forte degrado anche a causa dell’usura di tutte le strutture pre- senti. Inoltre l’assenza evidente di un pensiero progettuale rendeva necessario un completo ripensamento di tutto lo spazio.
Luconlus, consapevole delle esigenze della Casa Famiglia e delle necessità di rinnovamento dello spazio, ha voluto coinvolgere Linaria, mettendo a disposizione risorse umane ed economiche. In questo modo si è creata una feconda sinergia tra più attori che ha reso possibile, grazie alla condivisione di obiettivi e visioni, una radicale trasformazione del giardino, frutto di un complesso processo in più fasi.
A un primo sguardo l’intero giardino sembrava un po’ spoglio e desolato. Tutti gli elementi presenti (scivoli grandi e piccoli, altalene, casette di legno ecc) per quanto numerosi e funzionanti, risultavano disposti secondo un ordine casuale di cui non si comprendeva la logica. Uno degli obiettivi di Linaria diventa dunque il ripensamento di tutto lo spazio al fine di poterne sfruttare appieno le potenzialità. In particolare, la presenza di una serie di pini disposti lungo uno dei lati del giardino ha guidato la scelta di posizionare determinate funzioni ed elementi in relazione alle zone di luce e ombra. In questo modo il progetto definisce fin da subito una chiara delimitazione e separazione tra l’area verde lungo il perimetro del giardino e quella più centrale dedicata ai giochi. Una linea morbida e sinuosa permette l’introduzione di piccoli spazi destinati ad attività differenti (aree di sosta, di gioco, di sperimentazione sensoriale ecc). Le curve tracciate dalla linea del bordo diventano il motivo caratterizzante dello spazio e dei nuovi elementi da inserire, come le cinque grandi pedane circolari in sostituzione di quelle esistenti non più funzionali.

PLAYSCAPES La dimensione ludica nello spazio urbano

Negli anni Settanta Colin Ward teorizzava una città per i bambini, in cui il concetto di Playground veniva superato in favore di una dimensione ludica estesa a tutto il territorio urbano. Ancor prima Aldo Van Eyck utilizzava il gioco come strategia alla scala urbana per il recupero degli interstizi abbandonati nella città di Amsterdam.

La ricerca di una dimensione ludica nello spazio urbano è tensione verso l’inatteso momento della scoperta e dell’interazione. Il gioco può farsi principio attivatore di processi dinamici per luoghi da riconquistare mediante dispositivi nei quali dare spazio alla possibilità, allo scambio e all’apprendimento creativo. Nelle azioni sovversive degli hacker urbani e nelle pratiche temporanee di movimenti come “Play the Street” il gioco è corto-circuito positivo che risponde all’esigenza di fare comunità utilizzando lo spazio aperto come piano multidimensionale di conoscenza e integrazione creative.

I Playscapes sono spazi in cui prende forma quel gioco come atto libero e principio culturale teorizzato da Johan Huizinga nel suo Homo ludens. Nell’ottica del bambino questo principio si amplifica in virtù della necessità di fornire strumenti e contenuti utili a stimolare quelle qualità che caratterizzeranno la società adulta di domani. Un giardino ludico può allora diventare quel micro-cosmo multisensoriale in cui, per usare le parole di Bruno Munari, occuparsi dei bambini significa “dare loro la possibilità di formarsi una mentalità più elastica, più libera, meno bloccata, capace di decisioni.”

Cristina Sciarrone


COMMON PLAYGROUND quaderno di istruzioni per l’uso

Common Playground è il primo di una nuova serie di quaderni editi da Linaria, con i quali si vuole raccontare il lavoro che l’associazione realizza attraverso i suoi progetti. I quaderni raccolgono una serie di «istruzioni per l’uso» con schede tecniche che includono i dettagli costruttivi, i materiali e le attrezzature utilizzate per la costruzione di tutti gli elementi. La serie vuole essere una testimonianza del lavoro realizzato, presentando al contempo una successione di manuali-prontuari pratici di facile lettura, al fine di stimolare pratiche di trasformazione attiva degli spazi urbani.

IL PROGETTO

A un primo sguardo l’intero giardino sembrava un po’ spoglio e desolato. Tutti gli elementi presenti (scivoli grandi e piccoli, altalene, casette di legno ecc) per quanto numerosi e funzionanti, risultavano disposti secondo un ordine casuale di cui non si comprendeva la logica.

Uno degli obiettivi di Linaria diventa dunque la riorganizzazione di tutto lo spazio al fine di poterne sfruttare appieno le potenzialità. In particolare, la pre- senza di una serie di pini disposti lungo uno dei lati del giardino ha guidato la scelta di posizionare determinate funzioni ed elementi in relazione alle zone di luce e ombra.

In questo modo il progetto definisce fin da subito una chiara delimitazione e separazione tra l’area verde lungo il perimetro del giardino e quella più centrale dedicata ai giochi. Una linea morbida e sinuosa permette l’introduzione di piccoli spazi destinati ad attività differenti (aree di sosta, di gioco, di sperimentazione sensoriale ecc). Le curve tracciate dalla linea del bordo diventano il motivo caratterizzante dello spazio e dei nuovi elementi da inserire, come le cinque grandi pedane circolari in sostituzione di quelle esistenti non più funzionali.

La recinzione, costituita da un rete malandata coperta in parte da un telo ombreggiante, non garantiva più la privacy dei piccoli ospiti della Casa Famiglia. Per questo motivo è stato progettato un sistema schermante più resistente composto da un incannucciato e da una rete zincata.

LA PRIMA FASE DEI LAVORI

Comprese le necessità della Casa Famiglia e definito un progetto di massima per tutto il giardino, Linaria ha suddiviso la realizzazione del lavoro in più fasi. Durante quattro appuntamenti diversi, sempre tra sabato e domenica, sono stati coinvolti volontari di Luconlus e di RomAltruista per dare avvio alla costruzione degli elementi previsti dal progetto. In occasione di uno di questi incontri è stato possibile rispondere a un’ulteriore esigenza della Casa Famiglia grazie alla realizzazione di una piccola pista ciclabile in asfalto.

Il progetto è stato realizzato usando esclusivamente materiali poveri o recuperati da assemblare con tecniche semplici, facilmente replicabili. La coerenza dello spazio è stata assicurata grazie all’utilizzo di pochi materiali (incannucciato, pallet, pali, pannelli OSB, tubi corrugati) e sottolineata dalla scelta di un unico codice colore.

I numerosi giochi di legno presenti nel giardino sono stati restaurati e preparati per la successiva fase operativa, in occasione del workshop.

Per ogni intervento sono state redatte delle schede tecniche di costruzione al fine di tradurre le scelte operate in fase di cantiere in vere e proprie istruzioni d’uso, utilizzabili da chiunque in altri contesti.

IL WORKSHOP

Realizzare un progetto concreto, sviluppare le potenzialità dello spazio a disposizione, ma soprattutto definirne l’identità visiva. Questi gli obiettivi del workshop realizzato dal 20 al 25 marzo 2017, quale tappa finale di un percorso progettuale che ha voluto integrare, fin dall’inizio e in maniera coerente, arte, design e gioco per realizzare un’installazione unica, un giardino multisensoriale dedicato alla prima infanzia e che coinvolge tutti i sensi, con suoni, profumi, colori e texture differenti.

Per questa fase Linaria ha potuto contare sulla collaborazione e la partecipazione del Laboratorio di Lettura e Progetto del Paesaggio, Dipartimento DiAP, dell’Università La Sapienza di Roma, grazie al contributo concreto e attivo del direttore del Laboratorio, il professor Gianni Celestini. Il workshop, gratuito e aperto a chiunque desiderasse approfondire le tematiche sulla creazione dello spazio pubblico, ha coinvolto, tra studenti e professionisti, una trentina di persone con diverse formazioni (architetti, paesaggisti, artisti e illustratori).

Dopo un primo sopralluogo nel giardino della Casa Famiglia, i partecipanti si sono divisi in quattro gruppi di lavoro e in sintonia con lo spirito costruttivo e sperimentale del workshop hanno avviato la fase di progettazione, con la definizione di tutti gli elementi necessari alla trasformazione del giardino.

Sede di questa prima parte del workshop è stato l’atelier della Libreria Ottimo Massimo di Trastevere, specializzata in libri per bambini, dove sono stati organizzati diversi momenti di formazione e confronto: un incontro introduttivo e una lezione sulle installazioni interattive urbane a cura di Michela Pasquali, una lezione sulle numerose esperienze di rigenerazione dello spazio pubblico in relazione al gioco di Cristina Sciarrone, una lezione di Gianni Celestini sul tema del recinto nel giardino, un incontro con Lorenzo Terranera che ha illustrato il suo lavoro per fornire spunti ai partecipanti al workshop.

Dopo aver definito gli elementi di progetto, il workshop si è spostato sul cantiere per la realizzazione. Dall’inizio alla fine dei lavori tutti i gruppi sono stati seguiti al fine di rendere coerenti e integrate le diverse proposte sviluppate in fase di progettazione.

IL NUOVO GIARDINO

Il giardino è stato realizzato grazie al contributo, all’aiuto e alla disponibilità di tantissime persone che hanno messo a disposizione il loro tempo e le loro competenze, ma anche attrezzature e materiali. Senza di loro non sarebbe sta- to possibile trasformare quello spazio così anonimo, prima dell’inizio dei lavori, nel luogo colorato e un po’ magico che lasciamo oggi ai bambini!

Un ringraziamento speciale va a:

Claudia Coscarella per le idee, l’entusiasmo e il ruolo decisivo nella concretiz- zazione del progetto,
Mascia Dimauro e Francesca Stella per il loro costante sostegno in tutte le fasi del progetto,
l’appassionata botanica Daniela Silj per la sapiente scelta delle piante,
l’illustratore Lorenzo Terranera per i consigli e per la stimolante lezione sul suo lavoro e sugli allestimenti per il Bertani Dai di Trastevere,
la Onlus RomAltruista per l’organizzazione del volontariato,
la Libreria Ottimo Massimo per averci ospitati durante i primi due giorni di workshop,
Maurizio Berti e Sergio Toscani della MITSAFETRANS per tutto il legname re- galato,
la GE.PA.S. per la realizzazione della pista ciclabile di asfalto,
la Cooperativa Sociale Onlus Il Trattore per averci imprestato, a ogni appunta- mento, carriole, pale, vanghe e rastrelli,
… insieme a volontari, studenti, scout, amici, figli di amici e parenti che si sono appassionati al nostro lavoro. Ormai contiamo su di voi per tutti i progetti futuri!

Le fotografie del giardino sono di Michela Pasquali, Paola Papalini, Martina Maggioni, Francesca Ferrari e Concetta Fabrizi.