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LA BIODIVERSITÀ URBANA

La pandemia da COVID-19 ha confermato la stretta relazione tra qualità dell’ambiente, stili di vita e salute umana – soprattutto nelle zone a maggiore pressione antropica, le città. L’accesso a spazi verdi di qualità e la possibilità di fare esperienza di natura nei contesti sempre più urbanizzati della nostra società rappresentano una leva fondamentale per lo sviluppo sostenibile, la coesione sociale e la salute pubblica.

Per capire il concetto di biodiversità possiamo andare lontano, in una foresta tropicale o in una barriera corallina, ma possiamo anche rimanere in città dove centinaia, migliaia, milioni, miliardi di organismi vivono in equilibrio interagendo in un complesso mosaico di colori, suoni, azioni. Sì, perché proprio le città, nonostante il degrado degli ambienti naturali, i cambiamenti delle condizioni ambientali, le isole di calore, l’impermeabilizzazione dei suoli, l’introduzione di inquinanti…, possono rivelarsi particolarmente ricche di specie spontanee, in molti casi anche più ricche delle aree naturali circostanti. Per esempio, la flora di Roma con circa 1650 specie rappresenta circa il 50% dell’intera flora del Lazio!

Inoltre la presenza e la ricchezza della biodiversità in città si collegano anche allo straordinario valore e al senso di appartenenza e di connessione che la natura ci ispira, come evidenziano i rapporti di Intergovernamental Science Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES) del 2020 e del Millennium Ecosystem Assessment avviato nel 2001 dall’ONU.

 

Lasciare che piante, insetti, animali invadano il territorio abitato, la nostra quotidianità, i nostri giardini, i nostri spazi, non è un progetto di architettura utopista, ma una predisposizione alla eterogeneità.

Piccoli cambiamenti autonomi e disorganizzati potrebbero sradicare dal basso le convenzioni estetico-abitative per una riconformazione «biodiversa» del territorio antropizzato.

Motore di questo passaggio potrebbe essere la multiculturalità già in atto e in espansione in molte metropoli, oltre a una civiltà in grado di riconoscere la natura come un mondo che ha una propria indipendenza. Ragioni non umane per essere com’è.

Serena Porrati

artista

Alla biodiversità possono essere associate quattro funzioni principali

Funzione ecologica

Ecosistemi con una grande diversità di specie possono sopportare perturbazioni esterne meglio di ecosistemi più semplici o già impoveriti dalla perdita di biodiversità.

Funzione economica

La natura ci fornisce un’ampia varietà di servizi che solo in parte, e comunque con costi elevatissimi, potrebbero essere ottenuti attraverso mezzi tecnologici. Nessun investimento permette di sostituire i valori estetici e ricreativi che l’ambiente ci offre.

Funzione sociale e culturale

Il contatto con la natura è un aspetto fondamentale dello sviluppo di ciascun individuo ed è in qualche modo un bisogno innato che rafforza il senso di vitalità, aumenta la capacità percettiva e il senso estetico, aiuta a ridurre l’aggressività, incoraggia l’attenzione, la concentrazione e l’intuito.

Funzione etica

I motivi etici per salvaguardare la biodiversità si possono ritrovare nel grande valore della biodiversità stessa, che emerge da quanto detto nei punti precedenti.

I VIDEO DI LINARIA SULLA BIODIVERSITÀ URBANA

Qui pubblichiamo tutti i contributi delle persone che, come noi, hanno a cuore la salvaguardia della biodiversità urbana.

La biodiversità vista da:

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Linaria Vicolo dell’Atleta, 6 

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